OVERKILL - "The Electric Age"
(Full-lenght, Nuclear Blast, Marzo 2012)
Voto: 7/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Bobby Ellsworth (voce), DD Verni (basso), Dave Linsk (chitarra), Derek Trailer (backing vocals), Ron Lipinicki (batteria)
Gli Overkill ormai ci hanno preso gusto. Non importa se una band si porta avanti la bellezza di ormai ben 32 primavere, non importa che nel 2012 si arrivi al grande traguardo del quindicesimo album in studio (nessuno degli illustri "colleghi" della scena ha mai fatto tanto), non importa che a differenza sempre dei già citati cari contemporanei, la band del New Jersey non abbia mai cambiato una virgola di quanto sempre proposto!
E’ questa la band capitanata dal sempreverde Bobby "Blitz" Ellsworth perchè la seconda giovinezza del singer statunitense e del resto della band non può essere messa in discussione, anzi…
Chi aveva amato le sonorità del precedessore Ironbound (2010) ne avrà di pane tra i denti per apprezzare forse ancora di più il qui presente The Electric Age.
Non che i nostri facciano gridare al miracolo, non l’hanno mai fatto e mai lo faranno, ma di certo le loro uscite continuano a deliziare il palato dei fans della band da sempre vissuta all’ombra dei grandi (e non solo dei "big four"), giustamente considerati una band secondaria nell’ondata thrash metal ottantiana, ma decisamente i numeri uno in quanto ad onestà intellettuale ed in tema di sano integralismo sonoro.
Dieci tracce dirette ed essenziali compongono l’album in questione, leggermente inferiori nel minutaggio rispetto al predecessore e forse proprio per questo più dirette e fresche.
L’accoppiata di apertura Come and Get In–Electric Rattlesnake mettono da subito le cose in chiaro: riffing abrasivo tipico dei newyorkesi ma riletto con la maturità di musicisti che, comunque sia, hanno saputo coltivare il proprio bagaglio tecnico nel corso degli anni.
Dietro al microfono il buon Bobby fa sempre la sua parte, con quel cantato sguaiato sempre ai confini con lo speed metal a farla da padrone. Il songwriting è maturato (ci ripetiamo, i 32 anni di onorata carriera ne sono indizio inconfondibile), certo non è che i nostri cerchino chissà quali orpelli e soluzioni ad effetto per avvicinarsi ad aggredire, quantomeno, i trend del momento.
Black Daze ne è un esempio lampante: un brano tipicamente made in-Overkill di quelli che in passato avevano fatto salire alla ribalta la band a stelle e striscie.
Non mancano i classici ammiccamente all’heavy classico da sempre peculiarità degli Overkill.
La line-up rimane la stessa dell’album precedente con Rob Lipincki a dettare i tempi dietro le pelli, Ellsworth e D.D.Verni unici membri ancora superstiti della line-up che nel lontano 1980 intraprese la propria avventura poi sfociata in riconoscimenti internazionali che se non altro hanno in parte addolcito la pillola per la sottovalutata band di New York.
Insomma, inutile dilungarmi…The Electric Age è un album fresco, onesto, certamente non trascendentale e sicuramente tutt’altro che fondamentale ma un’appuntamento decisamente appetibile per chi sa a cosa va incontro con un album degli americani.
Track-list:
01. Come and Get It
02. Electric Rattlesnake
03. Wish You Were Dead
04. Black Daze
05. Save Yourself
06. Drop the Hammer Down
07. 21st Century Man
08. Old Wounds, New Scars
09. All Over but the Shouting
10. Good Night
(Full-lenght, Nuclear Blast, Marzo 2012)
Voto: 7/10
Genere: Thrash Metal
Line-up: Bobby Ellsworth (voce), DD Verni (basso), Dave Linsk (chitarra), Derek Trailer (backing vocals), Ron Lipinicki (batteria)
Gli Overkill ormai ci hanno preso gusto. Non importa se una band si porta avanti la bellezza di ormai ben 32 primavere, non importa che nel 2012 si arrivi al grande traguardo del quindicesimo album in studio (nessuno degli illustri "colleghi" della scena ha mai fatto tanto), non importa che a differenza sempre dei già citati cari contemporanei, la band del New Jersey non abbia mai cambiato una virgola di quanto sempre proposto!
E’ questa la band capitanata dal sempreverde Bobby "Blitz" Ellsworth perchè la seconda giovinezza del singer statunitense e del resto della band non può essere messa in discussione, anzi…
Chi aveva amato le sonorità del precedessore Ironbound (2010) ne avrà di pane tra i denti per apprezzare forse ancora di più il qui presente The Electric Age.
Non che i nostri facciano gridare al miracolo, non l’hanno mai fatto e mai lo faranno, ma di certo le loro uscite continuano a deliziare il palato dei fans della band da sempre vissuta all’ombra dei grandi (e non solo dei "big four"), giustamente considerati una band secondaria nell’ondata thrash metal ottantiana, ma decisamente i numeri uno in quanto ad onestà intellettuale ed in tema di sano integralismo sonoro.
Dieci tracce dirette ed essenziali compongono l’album in questione, leggermente inferiori nel minutaggio rispetto al predecessore e forse proprio per questo più dirette e fresche.
L’accoppiata di apertura Come and Get In–Electric Rattlesnake mettono da subito le cose in chiaro: riffing abrasivo tipico dei newyorkesi ma riletto con la maturità di musicisti che, comunque sia, hanno saputo coltivare il proprio bagaglio tecnico nel corso degli anni.
Dietro al microfono il buon Bobby fa sempre la sua parte, con quel cantato sguaiato sempre ai confini con lo speed metal a farla da padrone. Il songwriting è maturato (ci ripetiamo, i 32 anni di onorata carriera ne sono indizio inconfondibile), certo non è che i nostri cerchino chissà quali orpelli e soluzioni ad effetto per avvicinarsi ad aggredire, quantomeno, i trend del momento.
Black Daze ne è un esempio lampante: un brano tipicamente made in-Overkill di quelli che in passato avevano fatto salire alla ribalta la band a stelle e striscie.
Non mancano i classici ammiccamente all’heavy classico da sempre peculiarità degli Overkill.
La line-up rimane la stessa dell’album precedente con Rob Lipincki a dettare i tempi dietro le pelli, Ellsworth e D.D.Verni unici membri ancora superstiti della line-up che nel lontano 1980 intraprese la propria avventura poi sfociata in riconoscimenti internazionali che se non altro hanno in parte addolcito la pillola per la sottovalutata band di New York.
Insomma, inutile dilungarmi…The Electric Age è un album fresco, onesto, certamente non trascendentale e sicuramente tutt’altro che fondamentale ma un’appuntamento decisamente appetibile per chi sa a cosa va incontro con un album degli americani.
Track-list:
01. Come and Get It
02. Electric Rattlesnake
03. Wish You Were Dead
04. Black Daze
05. Save Yourself
06. Drop the Hammer Down
07. 21st Century Man
08. Old Wounds, New Scars
09. All Over but the Shouting
10. Good Night
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