MEGADETH - "Super Collider"
(Full-lenght, Tradecraft, Giugno 2013)
Voto: 5,5/10
Genere: Heavy/Thrash
Line-up: Dave Mustaine (voce, chitarra), David Ellefson (basso), Shawn Drover (batteria), Chris Broderick (chitarra)
Li avevamo lasciati appena due anni fa con la pubblicazione del poco fortunato Th1rt3en, li ritroviamo oggi forti di una nuova etichetta "fatta in casa", la Tradecraft Records che cerca di rilanciare il nome di una band seminale che tuttavia sembra aver definitivamente smarrito la via complice un sound e soprattutto un songwriting che sembra pagare il passo con i tempi.
Travagliata la storia recente della band californiana, reduce da lavori assolutamente deludenti; passi l’alibi dell’etichetta: il precedente album pubblicato solo per doveri contrattuali nei confronti della ex etichetta (la Roadrunner) conteneva in larga parte brani scartati da precedenti produzioni. Malgrado quell’album venga reputato da molti come il peggiore della storia recente della band, e malgrado l’operazione sia stata portata a termine da Mustaine quasi col classico "mal di pancia", era palese come in periodi di scarsa ispirazione molte volte anche uno "scarto" dei bei tempi riesce a risultare migliore di qualsiasi nuova produzione.
Eliminata ora ogni possibile giustificazione del caso, il qui presente Super Collider doveva cancellare ogni ombra del passato; tante speranze e tante buone intenzioni che purtroppo alla fine non possono che cozzare contro una crudele realtà, quella di una band che sembra ormai aver già detto tutto il possibile, che tenta di rilanciarsi ad ogni nuova uscita ma che inevitabilmente finisce per fallire puntualmente l’appuntamento.
Sgombriamo quindi il campo da ogni possibile dubbio: Super Collider è un album che, poco alla volta, scade nella mediocrità risultando pertanto in linea con il livello generale delle ultime produzioni della band.
Mustaine e soci, che per l’occasione confermano in pieno la line-up dell’ultimo lavoro con il solo Ellefson membro della vecchia guardia affiancato dall’axe-man Chris Broderick (ex Jag Panzer) e Shawn Drover dietro le pelli, le tentano davvero tutte per cercare di innalzare la qualità della loro proposta, in parte ci riescono pure (specie nella prima parte del lavoro) ma mano a mano si perdono nel classico bicchiere d’acqua forgiando il lavoro con una serie di brani riempitivo e fuori fase che rendono vane alcune intuizioni che lasciavano comunque sperare in qualcosa di diverso.
Ed è un peccato perchè Super Collider parte in maniera estremamente convincente: l’opener Kingmaker è probabilmente il miglior brano uscito dalla penna di Mustaine negli ultimi anni; sound roccioso, struttura del brano ben congegnata e soprattutto tanta aggressività tanto nel sound delle chitarre quanto nelle vocals di un Mustaine che sembra tirato a lucido per l’occasione. Un approccio che ha tanto il sapore del periodo Countdown to Extinction che lascia nell’ascoltatore l’illusione di ascoltare finalmente un lavoro degno del blasone della band.
Sensazioni che sembrano confermate dalla successiva title-track giocata su riff dilatati ed un cantato quasi evocativo che forgiano un brano di tutto rispetto che fa il paio proprio con la bella opener.
Ma è già dal successivo brano che iniziano a sorgere i primi problemi; Burn! è giocata su uno sterile ritornello ed una struttura che dopo il primo minuto ha già detto tutto e che i nostri cercano di arricchire con un cambio di ritmo finale che serve solo ad allungare una solfa già sentita che riporta alla mente i brani che avevano reso insopportabile (quantomeno al sottoscritto) il vecchio United Abominations.
Malgrado un ritorno a sonorità interessanti con Off the Edge che sembra un buon compromesso tra il nuovo corso e quello dei 90’s, per il resto non c’è assolutamente più nulla da segnalare.
Built for War è godibile nell’intermezzo "epico" ma per il resto non ha cartucce da sparare, poi tanti brani che sanno tanto di insipido e di riempitivo: Beginning of Sorrow risulta piatta e noiosa, The Blackest Crow è introdotta da un arpeggio orientaleggiante che non c’azzecca una virgola con il resto, e come se non bastasse si tocca il fondo con Forget to Remember brano ultra-melodico e mieloso che vuole essere una ruffiana hit da classifica, ma che non riesce a colpire neppure nel suo approccio.
Tanto per chiudere poi i nostri piazzano una cover della celebre Cold Sweat dei Thin Lizzy per chiudere il lavoro ed aggiungere un brano e qualche minuto in più ad un album che alla fine non fa che confermare il periodo di crisi, a questo punto irreversibile, di una band che non riesce più a ritrovare sè stessa.
Insomma, Super Collider è un’altra delusione ed è un peccato perchè qualche buona intuizione come già descritto c’è, ma nulla che basti a far guadagnare una sufficienza anche solo risicata.
Track-list:
01. Kingmaker
02. Super Collider
03. Burn!
04. Built for War
05. Off the Edge
06. Dance in the Rain
07. Beginning of Sorrow
08. The Blackest Crow
09. Forget to Remember
10. Don't Turn Your Back...
11. Cold Sweat (Thin Lizzy cover)
(Full-lenght, Tradecraft, Giugno 2013)
Voto: 5,5/10
Genere: Heavy/Thrash
Line-up: Dave Mustaine (voce, chitarra), David Ellefson (basso), Shawn Drover (batteria), Chris Broderick (chitarra)
Li avevamo lasciati appena due anni fa con la pubblicazione del poco fortunato Th1rt3en, li ritroviamo oggi forti di una nuova etichetta "fatta in casa", la Tradecraft Records che cerca di rilanciare il nome di una band seminale che tuttavia sembra aver definitivamente smarrito la via complice un sound e soprattutto un songwriting che sembra pagare il passo con i tempi.
Travagliata la storia recente della band californiana, reduce da lavori assolutamente deludenti; passi l’alibi dell’etichetta: il precedente album pubblicato solo per doveri contrattuali nei confronti della ex etichetta (la Roadrunner) conteneva in larga parte brani scartati da precedenti produzioni. Malgrado quell’album venga reputato da molti come il peggiore della storia recente della band, e malgrado l’operazione sia stata portata a termine da Mustaine quasi col classico "mal di pancia", era palese come in periodi di scarsa ispirazione molte volte anche uno "scarto" dei bei tempi riesce a risultare migliore di qualsiasi nuova produzione.
Eliminata ora ogni possibile giustificazione del caso, il qui presente Super Collider doveva cancellare ogni ombra del passato; tante speranze e tante buone intenzioni che purtroppo alla fine non possono che cozzare contro una crudele realtà, quella di una band che sembra ormai aver già detto tutto il possibile, che tenta di rilanciarsi ad ogni nuova uscita ma che inevitabilmente finisce per fallire puntualmente l’appuntamento.
Sgombriamo quindi il campo da ogni possibile dubbio: Super Collider è un album che, poco alla volta, scade nella mediocrità risultando pertanto in linea con il livello generale delle ultime produzioni della band.
Mustaine e soci, che per l’occasione confermano in pieno la line-up dell’ultimo lavoro con il solo Ellefson membro della vecchia guardia affiancato dall’axe-man Chris Broderick (ex Jag Panzer) e Shawn Drover dietro le pelli, le tentano davvero tutte per cercare di innalzare la qualità della loro proposta, in parte ci riescono pure (specie nella prima parte del lavoro) ma mano a mano si perdono nel classico bicchiere d’acqua forgiando il lavoro con una serie di brani riempitivo e fuori fase che rendono vane alcune intuizioni che lasciavano comunque sperare in qualcosa di diverso.
Ed è un peccato perchè Super Collider parte in maniera estremamente convincente: l’opener Kingmaker è probabilmente il miglior brano uscito dalla penna di Mustaine negli ultimi anni; sound roccioso, struttura del brano ben congegnata e soprattutto tanta aggressività tanto nel sound delle chitarre quanto nelle vocals di un Mustaine che sembra tirato a lucido per l’occasione. Un approccio che ha tanto il sapore del periodo Countdown to Extinction che lascia nell’ascoltatore l’illusione di ascoltare finalmente un lavoro degno del blasone della band.
Sensazioni che sembrano confermate dalla successiva title-track giocata su riff dilatati ed un cantato quasi evocativo che forgiano un brano di tutto rispetto che fa il paio proprio con la bella opener.
Ma è già dal successivo brano che iniziano a sorgere i primi problemi; Burn! è giocata su uno sterile ritornello ed una struttura che dopo il primo minuto ha già detto tutto e che i nostri cercano di arricchire con un cambio di ritmo finale che serve solo ad allungare una solfa già sentita che riporta alla mente i brani che avevano reso insopportabile (quantomeno al sottoscritto) il vecchio United Abominations.
Malgrado un ritorno a sonorità interessanti con Off the Edge che sembra un buon compromesso tra il nuovo corso e quello dei 90’s, per il resto non c’è assolutamente più nulla da segnalare.
Built for War è godibile nell’intermezzo "epico" ma per il resto non ha cartucce da sparare, poi tanti brani che sanno tanto di insipido e di riempitivo: Beginning of Sorrow risulta piatta e noiosa, The Blackest Crow è introdotta da un arpeggio orientaleggiante che non c’azzecca una virgola con il resto, e come se non bastasse si tocca il fondo con Forget to Remember brano ultra-melodico e mieloso che vuole essere una ruffiana hit da classifica, ma che non riesce a colpire neppure nel suo approccio.
Tanto per chiudere poi i nostri piazzano una cover della celebre Cold Sweat dei Thin Lizzy per chiudere il lavoro ed aggiungere un brano e qualche minuto in più ad un album che alla fine non fa che confermare il periodo di crisi, a questo punto irreversibile, di una band che non riesce più a ritrovare sè stessa.
Insomma, Super Collider è un’altra delusione ed è un peccato perchè qualche buona intuizione come già descritto c’è, ma nulla che basti a far guadagnare una sufficienza anche solo risicata.
Track-list:
01. Kingmaker
02. Super Collider
03. Burn!
04. Built for War
05. Off the Edge
06. Dance in the Rain
07. Beginning of Sorrow
08. The Blackest Crow
09. Forget to Remember
10. Don't Turn Your Back...
11. Cold Sweat (Thin Lizzy cover)
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