MEGADETH - "Countdown to Extinction: Live"
(Live Album, Tradecraft, Settembre 2013)
Voto: 4/10
Genere: Heavy/Thrash
Line-up: Dave Mustaine (chitarra, voce), David Ellefson (basso), Shawn Drover (batteria), Chris Broderick (chitarra)
(Live Album, Tradecraft, Settembre 2013)
Voto: 4/10
Genere: Heavy/Thrash
Line-up: Dave Mustaine (chitarra, voce), David Ellefson (basso), Shawn Drover (batteria), Chris Broderick (chitarra)
Per la serie "le disgrazie non vengono mai da sole" ad appena quattro mesi di distanza dall’ultimo obbrobrio musicale made in Megadeth
arriva puntuale sugli scaffali, un nuovo disco live della band
capitanata da Mega-Dave come se ne servissero ancora visto che
ultimamente, l’ex icona della Bay Area ha iniziato a registrare anche le
sue sedute in toilette pubblicando con una facilità disarmante. E se
prima il tutto poteva derivare dai famosissimi "vincoli contrattuali"
imposti alla band e segnalati dalla stessa come uno dei tanti alibi agli
ultimi album poco ispirati, dopo lo "sverginamento" della propria
etichetta (Tradecraft) con il pessimo Super Collider non ci danno nemmeno il tempo di respirare prima di tornare vivi con un lavoro come questo.
Countdown to Extinction: Live altro non è che la registazione di un’esibizione della band avvenuta sul finire dello scorso anno in quel di Los Angeles al culmine di un mini-tour americano a celebrare il ventennale dall’uscita di quel Countdown to Extinction per l’appunto che rappresentò la fase di svolta con il passato discostandosi dal concetto più classicheggiante di thrash metal per spingersi verso lidi più comuni all’heavy metal classico…erano periodi fortunati: si veniva dal successo planetario di quel capolavoro di nome Rust in Peace e la band era all’apice della carriera.
Cosa rimane dei Megadeth di allora? Sicuramente Mustaine e Ellefson (nel senso fisico, purtroppo non più in quello artistico) e nulla più…di sicuro ci troviamo davanti ad una band che tira a campare e prova a raschiare il fondo del barile nascondendosi dietro il blasone e l’effetto calamita di quel monicker che ancora continua ad attirare migliaia e migliaia di fans della vecchia guardia e delle nuove leve senza distinzione alcuna, gente ancora capace di spendere i propri soldi e le proprie forze per assistere a spettacoli di una band senza più stimoli o acquistare album di infima qualità che, non fosse per il nome che si portano dietro, finirebbero archiviati velocemente nel più triste dei dimenticatoi.
Ma bando alle ciancie e la presentazione dell’album è presto fatta: un’ora e venti di musica, diciassette pezzi tra cui troviamo qualche classico, Public Enemy N.1 (tratto dal penultimo pessimo album Th1rt3en e nel mezzo l’intera riproposizione di Countdown to Extinction suonato live dalla prima all’ultima nota in rigoroso ordine dall’opener Skin O’My Teeth alla conclusiva Ashes in you Mouth. risultato patetico da un punto di vista artistico, probabilmente azzeccato (ma anche qui avrei i miei dubbi) nello spillare soldi ai fans di vecchia data e ad ascoltatori un pò più sprovveduti.
Pubblicato tanto in versione CD quando in versione DVD se non altro questo Countdown to Extinction: Live riesce a fare il perfetto punto della situazione attuale della band.
Si parte con l’opener Trust che è tutto un programma: moscia come il membro a riposo di un presidente del Consiglio 77enne prima di prendere la pilloletta blu, è suonato con una tale svogliatezza da indurre subito in tentazione di tirar fuori il cd e rinunciare all’ascolto. Le chitarre hanno un sound accumunabile ad un basso distorto suonato da madre Teresa di Calcutta, un pastone inascoltabile e confusionario degnamente seguito dalle vocals di un Mustaine che fa il suo lavoro svogliato, così, tanto per dovere di cronaca.
La successiva Hangar 18, brano che pensavo fosse impossibile da massacrare vista la sua magniloquenza senza tempo, è terribilmente snaturata rispetto all’originale, fiacca e scolastica…cosa che non succede con la successiva Public Enemy N.1 uno dei pezzi del ‘nuovo corso’ (tratta dal pessimo Th1rt3en), suonata questa volta a volumi più alti e quasi "ripulita" (lo studio avrà fatto il suo "dovere") quasi come a voler far accettare ai fans brani che sinceramente farebbero bene a tenere chiusi nel cassetto.
Per il resto l’atmosfera sale un pò quando Mustaine e soci si cimentano con i pezzi periodo di Countdown to Extinction…Symphony of Destruction e la title-track infatti riescono un minimo a scaldare l’ambiente, contornati da un pubblico i cui effetti sembrano tante volte sovraincisi tanto risultano innaturali ma vabe…
A chiudere l’album i due classicissimi Peace Sells/Holy Wars che pongono fine ad un agonia di quasi un’ora e mezza. Ennesimo passo falso di una band che continua a rimanere controfigura di sè stessa, incapace di osare, incapace di riportare in qualche maniera alla ribalta il nome di una band storica sempre più destinata a finire in malora.
In tempi di crisi insomma indirizzate i vostri soldini decisamente oltre.
Questa la tracklist completa:
01. Trust
02. Hangar 18
03. Public Enemy N.1
04. Skin O’My Teeth
05. Symphony of Destruction
06. Architecture of Aggression
07. Foreclosure of a Dream
08. Sweating Bullets
09. This Was My Life
10. Countdown to Exctinction
11. High Speed Dirt
12. Psychotron
13. Captive Honour
14. Ashes in yout Mouth
15. She Wolf
16. Peace Sells
17. Holy Wars…The Punishment Due
Countdown to Extinction: Live altro non è che la registazione di un’esibizione della band avvenuta sul finire dello scorso anno in quel di Los Angeles al culmine di un mini-tour americano a celebrare il ventennale dall’uscita di quel Countdown to Extinction per l’appunto che rappresentò la fase di svolta con il passato discostandosi dal concetto più classicheggiante di thrash metal per spingersi verso lidi più comuni all’heavy metal classico…erano periodi fortunati: si veniva dal successo planetario di quel capolavoro di nome Rust in Peace e la band era all’apice della carriera.
Cosa rimane dei Megadeth di allora? Sicuramente Mustaine e Ellefson (nel senso fisico, purtroppo non più in quello artistico) e nulla più…di sicuro ci troviamo davanti ad una band che tira a campare e prova a raschiare il fondo del barile nascondendosi dietro il blasone e l’effetto calamita di quel monicker che ancora continua ad attirare migliaia e migliaia di fans della vecchia guardia e delle nuove leve senza distinzione alcuna, gente ancora capace di spendere i propri soldi e le proprie forze per assistere a spettacoli di una band senza più stimoli o acquistare album di infima qualità che, non fosse per il nome che si portano dietro, finirebbero archiviati velocemente nel più triste dei dimenticatoi.
Ma bando alle ciancie e la presentazione dell’album è presto fatta: un’ora e venti di musica, diciassette pezzi tra cui troviamo qualche classico, Public Enemy N.1 (tratto dal penultimo pessimo album Th1rt3en e nel mezzo l’intera riproposizione di Countdown to Extinction suonato live dalla prima all’ultima nota in rigoroso ordine dall’opener Skin O’My Teeth alla conclusiva Ashes in you Mouth. risultato patetico da un punto di vista artistico, probabilmente azzeccato (ma anche qui avrei i miei dubbi) nello spillare soldi ai fans di vecchia data e ad ascoltatori un pò più sprovveduti.
Pubblicato tanto in versione CD quando in versione DVD se non altro questo Countdown to Extinction: Live riesce a fare il perfetto punto della situazione attuale della band.
Si parte con l’opener Trust che è tutto un programma: moscia come il membro a riposo di un presidente del Consiglio 77enne prima di prendere la pilloletta blu, è suonato con una tale svogliatezza da indurre subito in tentazione di tirar fuori il cd e rinunciare all’ascolto. Le chitarre hanno un sound accumunabile ad un basso distorto suonato da madre Teresa di Calcutta, un pastone inascoltabile e confusionario degnamente seguito dalle vocals di un Mustaine che fa il suo lavoro svogliato, così, tanto per dovere di cronaca.
La successiva Hangar 18, brano che pensavo fosse impossibile da massacrare vista la sua magniloquenza senza tempo, è terribilmente snaturata rispetto all’originale, fiacca e scolastica…cosa che non succede con la successiva Public Enemy N.1 uno dei pezzi del ‘nuovo corso’ (tratta dal pessimo Th1rt3en), suonata questa volta a volumi più alti e quasi "ripulita" (lo studio avrà fatto il suo "dovere") quasi come a voler far accettare ai fans brani che sinceramente farebbero bene a tenere chiusi nel cassetto.
Per il resto l’atmosfera sale un pò quando Mustaine e soci si cimentano con i pezzi periodo di Countdown to Extinction…Symphony of Destruction e la title-track infatti riescono un minimo a scaldare l’ambiente, contornati da un pubblico i cui effetti sembrano tante volte sovraincisi tanto risultano innaturali ma vabe…
A chiudere l’album i due classicissimi Peace Sells/Holy Wars che pongono fine ad un agonia di quasi un’ora e mezza. Ennesimo passo falso di una band che continua a rimanere controfigura di sè stessa, incapace di osare, incapace di riportare in qualche maniera alla ribalta il nome di una band storica sempre più destinata a finire in malora.
In tempi di crisi insomma indirizzate i vostri soldini decisamente oltre.
Questa la tracklist completa:
01. Trust
02. Hangar 18
03. Public Enemy N.1
04. Skin O’My Teeth
05. Symphony of Destruction
06. Architecture of Aggression
07. Foreclosure of a Dream
08. Sweating Bullets
09. This Was My Life
10. Countdown to Exctinction
11. High Speed Dirt
12. Psychotron
13. Captive Honour
14. Ashes in yout Mouth
15. She Wolf
16. Peace Sells
17. Holy Wars…The Punishment Due
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