LAMB OF GOD - "Resolution"
(Full-lenght, Roadrunner Records, Gennaio 2012)
Voto: 8/10
Genere: Groove Metal
Line-up: Randy Blythe (voce), Willie Adler (chitarra), Mark Morton (chitarra), John Campbell (basso), Chris Adler (batteria)
A tre anni di distanza dall’uscita del precedente The Wrath ennesimo capitolo di un’esaltante carriera, tornano in pista i Lamb of God indiscussi alfieri della scena new-thrash/metalcore mondiale.
Resolution rappresenta il sesto parto del combo di Richmond, ormai da tempo non più classificabile nel classico calderone dei "figliocci dei Pantera"; riconoscimenti unanimi nonchè un’indiscutibile perizia tecnica e compositiva hanno fatto guadagnare alla band una fama e riscontri tali da innalzare ai massimi livelli l’attenzione della critica verso una realtà dal sound tanto semplice quanto sempre fresco ed ispirato.
A dire il vero sono serviti al sottoscritto diversi ascolti per meglio inquadrare il lavoro suddetto, non che il quintetto virginiano abbia apportato chissà quali stravolgimenti ad una proposta che ovviamente rimane sempre la stessa, quanto per un appeal maggiormente diretto che già in passato ed in particolar modo con il precedente The Wrath ha iniziato a prendere il sopravvento.
E di certo la presenza di brani meno articolati, che puntano più sulla potenza che sul groove in genere, ad un primo ascolto possono lasciare un attimo interdetti i più adepti a brani meno "seriosi" quali che furono i vari tormentoni Redneck e via dicendo in passato.
Eppure alla lunga Resolution prende eccome, probabilmente perde qualcosina rispetto al passato recente della band ma la proposta degli statunitensi continua ad attestarsi su livelli qualitativi eccelsi.
Il lavoro si apre con la breve intro Straight for the Sun, un pezzo dall’incedere lento e monolitico in cui il growling di Blythe la fa da padrone.
Un degno antipasto di quello che sarà il resto dell’album, ritmi a parte, il cui credo sembra essere uno solo, quello di spaccare le ossa all’ascoltatore. Detto e fatto perchè la successiva Desolation è il manifesto sonoro dell’album: la ricetta rimane la stessa di sempre, cambia solo la "cottura"…riffing serrato dal tipico retrogusto Panteriano, ma rispetto al passato si punta di più sull’impatto sonoro che a strappare il classico ritornello cazzuto.
Un appeal decisamente più diretto ma che trova comunque pieno compimento in un brano spaccaossa cui solo chi ha storto il naso di fronte al predecessore potrà eccepire qualcosa agli americani.
Il pezzo in questione, così come Guilty e Insurrection si candida così ad essere pezo da pogo violento on stage.
Ma lo sguardo non può comunque essere voltato completamente al nuovo corso. I Lamb of God hanno da sempre dimostrato come album dopo album siano maestri nell’assorbire tutti gli orientamenti presenti e passati e rimescolarli alla propria maniera.
Il singolo Ghost Walking e The Number Six ne sono gli esempi lampanti laddove la violenza sonora e il riffing monolitico trovano qualche punto di sfogo in aperture caratterizzate da una maggiore melodia di base.
Ed i gioiellini destinati a rimpinguare la già vasta gamma di hits della band non mancano, su tutte la splendida The Undertow, pezzo semplicemente esaltante in cui i ritmi calano leggermente per lasciare spazio ad un brano più claustrofobico andando a forgiare un suono tanto classicamente thrash quanto duro e moderno alla maniera in cui i Lamb of God ci hanno da sempre abituato.
Ma se il nuovo corso è questo, Blythe e soci non hanno paura di stupire ed in chiusura di album piazzano il classico colpo di coda con King Me, pezzo decisamente più articolato avvalorato nei suoi sei minuti di durata dall’inserimento di parti orchestrali che contrastano alla perfezione con la fisicità e l’impatto frontale della proposta dei nostri.
Da un punto di vista tecnico cosa dovremmo scrivere che non sia gia stato scritto sul quintetto di Richmond?
Inutile stare qui a parlare sulla prestazione dei singoli musicisti, se non come la varianza tremendamente spregiudicata di Blythe a livello vocale continua ad essere quella apprezzata negli ultimi lavori con la solita alternanza di screaming e growling che rendono il singer statunitense il punto di riferimento nel suo genere.
In definitiva Resolution è un lavoro degno dei suoi predecessori, che rimpingua la discografia di una band unica aggiungendovi anche pezzi nuovi che dal vivo saranno pronti come mine ad esplodere on-stage e che il pubblico italiano avrà anche occasione di assaggiare a giugno quando la band sarà protagonista in occasione della data del 24 giugno del Gods of Metal.
Del resto i Lamb of God sono ormai una consolidata garanzia.
Track-list:
01. Straight for the Sun
02. Desolation
03. Ghost Walking
04. Guilty
05. The Undertow
06. The Number Six
07. Barbarosa
08. Invictus
09. Cheated
10. Insurrection
11. Terminally Unique
12. To the End
13. Visitation
14. King Me
(Full-lenght, Roadrunner Records, Gennaio 2012)
Voto: 8/10
Genere: Groove Metal
Line-up: Randy Blythe (voce), Willie Adler (chitarra), Mark Morton (chitarra), John Campbell (basso), Chris Adler (batteria)
A tre anni di distanza dall’uscita del precedente The Wrath ennesimo capitolo di un’esaltante carriera, tornano in pista i Lamb of God indiscussi alfieri della scena new-thrash/metalcore mondiale.
Resolution rappresenta il sesto parto del combo di Richmond, ormai da tempo non più classificabile nel classico calderone dei "figliocci dei Pantera"; riconoscimenti unanimi nonchè un’indiscutibile perizia tecnica e compositiva hanno fatto guadagnare alla band una fama e riscontri tali da innalzare ai massimi livelli l’attenzione della critica verso una realtà dal sound tanto semplice quanto sempre fresco ed ispirato.
A dire il vero sono serviti al sottoscritto diversi ascolti per meglio inquadrare il lavoro suddetto, non che il quintetto virginiano abbia apportato chissà quali stravolgimenti ad una proposta che ovviamente rimane sempre la stessa, quanto per un appeal maggiormente diretto che già in passato ed in particolar modo con il precedente The Wrath ha iniziato a prendere il sopravvento.
E di certo la presenza di brani meno articolati, che puntano più sulla potenza che sul groove in genere, ad un primo ascolto possono lasciare un attimo interdetti i più adepti a brani meno "seriosi" quali che furono i vari tormentoni Redneck e via dicendo in passato.
Eppure alla lunga Resolution prende eccome, probabilmente perde qualcosina rispetto al passato recente della band ma la proposta degli statunitensi continua ad attestarsi su livelli qualitativi eccelsi.
Il lavoro si apre con la breve intro Straight for the Sun, un pezzo dall’incedere lento e monolitico in cui il growling di Blythe la fa da padrone.
Un degno antipasto di quello che sarà il resto dell’album, ritmi a parte, il cui credo sembra essere uno solo, quello di spaccare le ossa all’ascoltatore. Detto e fatto perchè la successiva Desolation è il manifesto sonoro dell’album: la ricetta rimane la stessa di sempre, cambia solo la "cottura"…riffing serrato dal tipico retrogusto Panteriano, ma rispetto al passato si punta di più sull’impatto sonoro che a strappare il classico ritornello cazzuto.
Un appeal decisamente più diretto ma che trova comunque pieno compimento in un brano spaccaossa cui solo chi ha storto il naso di fronte al predecessore potrà eccepire qualcosa agli americani.
Il pezzo in questione, così come Guilty e Insurrection si candida così ad essere pezo da pogo violento on stage.
Ma lo sguardo non può comunque essere voltato completamente al nuovo corso. I Lamb of God hanno da sempre dimostrato come album dopo album siano maestri nell’assorbire tutti gli orientamenti presenti e passati e rimescolarli alla propria maniera.
Il singolo Ghost Walking e The Number Six ne sono gli esempi lampanti laddove la violenza sonora e il riffing monolitico trovano qualche punto di sfogo in aperture caratterizzate da una maggiore melodia di base.
Ed i gioiellini destinati a rimpinguare la già vasta gamma di hits della band non mancano, su tutte la splendida The Undertow, pezzo semplicemente esaltante in cui i ritmi calano leggermente per lasciare spazio ad un brano più claustrofobico andando a forgiare un suono tanto classicamente thrash quanto duro e moderno alla maniera in cui i Lamb of God ci hanno da sempre abituato.
Ma se il nuovo corso è questo, Blythe e soci non hanno paura di stupire ed in chiusura di album piazzano il classico colpo di coda con King Me, pezzo decisamente più articolato avvalorato nei suoi sei minuti di durata dall’inserimento di parti orchestrali che contrastano alla perfezione con la fisicità e l’impatto frontale della proposta dei nostri.
Da un punto di vista tecnico cosa dovremmo scrivere che non sia gia stato scritto sul quintetto di Richmond?
Inutile stare qui a parlare sulla prestazione dei singoli musicisti, se non come la varianza tremendamente spregiudicata di Blythe a livello vocale continua ad essere quella apprezzata negli ultimi lavori con la solita alternanza di screaming e growling che rendono il singer statunitense il punto di riferimento nel suo genere.
In definitiva Resolution è un lavoro degno dei suoi predecessori, che rimpingua la discografia di una band unica aggiungendovi anche pezzi nuovi che dal vivo saranno pronti come mine ad esplodere on-stage e che il pubblico italiano avrà anche occasione di assaggiare a giugno quando la band sarà protagonista in occasione della data del 24 giugno del Gods of Metal.
Del resto i Lamb of God sono ormai una consolidata garanzia.
Track-list:
01. Straight for the Sun
02. Desolation
03. Ghost Walking
04. Guilty
05. The Undertow
06. The Number Six
07. Barbarosa
08. Invictus
09. Cheated
10. Insurrection
11. Terminally Unique
12. To the End
13. Visitation
14. King Me
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