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HEAVENWOOD - "Abyss Masterpiece"

HEAVENWOOD - "Abyss Masterpiece"
(Full-lenght, Listenable Records, Marzo 2011)

Voto: 5,5/10

Genere: Gothic Metal

Line-up: Bruno Silva (chitarra), Ricardo Dias (chitarra), Ernesto Guerra (voce)


Gli Heavenwood sono un combo portoghese attivo da ormai quindici anni e giunto con il qui presente Abyss Masterpiece al traguardo del quarto full-lenght.

La musica proposta dai nostri pone le proprie basi su un gothic metal piuttosto manieristico, che convoglia al suo interno influenze tanto accomunabili ai primissimi Sentenced quanto ad una componente massiccia più "heavy oriented".
Caratterizzati dal growling del singer Ernesto Guerra, i lusitani sanno "ammiccare" e smussare le componenti più grezze del loro sound con l’utilizzo di backing vocals nella prima parte del disco, e di vocals femminili e cantato pulito nella seconda parte creando quasi una dicotomia stilistica tra i primi brani ed il resto del lotto.
Caratteristica quest’ultima indubbia, così come fuori di ogni dubbio è la considerazione che questo Abyss Masterpiece pur suonando bello potente e compatto alla fine altro non è che il solito "brodino" preconfezionato fatto di qualche brano valido e di tantissimi (troppi) riempitivi che non fanno altro che annoiare l’ascoltatore e molte volte ripetere stilemi stra-abusati nel genere.
Parlavamo della prima parte del lavoro come di quella più ispirata, tanto nell’opener The Arcadia Order probabilmente il brano più "duro" dell’intero lavoro, tanto nella successiva Morning Glory Clouds potenziale singolone, che fa del refrain il suo punto forte e che nel riffing iniziale riporta alla mente proprio i Sentenced del periodo Amok.
Ma per il resto c’è davvero ben poco, benchè brani meno ispirati come Winter Slave giocati su melodie più marcate tengano bene il passo per il resto siamo di fronte ad una serie di brani trascurabili che in alcuni casi raggiungono anche il limite della sopportabilità (A Poem for Matilde, Like Yesterday).
Abyss Masterpiece insomma è il classico prodotto confezionato ad arte, che punta principalmente ad attirare l’ascoltatore meno attento con melodie immediate e perfettamente bilanciate nel saper essere tanto tenere quanto più dirette, ma che in fin dei conti non fa che rappresentare l’ennesima uscita trascurabile tra le tante.

Track-list:

01. The Arcadia Order
02. Morning Glory Clouds (In Manus Tuas Domine)
03. Goddess Presiding over Solitude
04. Once a Burden
05. Winter Slave
06. Leonor
07. Poem for Matilde
08. Fading Sun
09. September Blood
10. Sudden Scars
11. Like Yesterday
12. Her Lament

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