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H-GEORGE - "Slave of Society"

H-GEORGE - "Slave of Society"
(Full-lenght, Buil2Kill Records, 2011)

Voto: 5/10

Genere: Thrash Metal

Line-up: H-George (voce, chitarra), Davide Carnisio (basso, voce), Carlos Cantatore (batteria)


Giunge l’ora del full-lenght anche per gli H-George band nostrana incentrata sulla figura dell’omonimo chitarrista piemontese che definisce il genere suonato come "Alcoholic Thrash Metal".
Pubblicato originariamente in autoproduzione lo scorso anno, il lavoro è stato preso e ristampato dalla Buil2kill Records che ha aggiunto quattro pezzi ad un album che ora contiene la bellezza di 65 minuti di musica.

Dietro al lavoro tanti nomi di un certo "calibro"…metà Annihilator si cela dietro questo disco infatti, ad iniziare da Jeff Waters che ne ha curato mixaggio e mastering presso i Watersound Inc Studio di Ottawa, fino ad arrivare al batterista Carlos che ha prestato il proprio lavoro dietro le pelli.
Viene da sè che dell’Alcoholic Thrash Metal sfrontato e cazzone del positivo esordio c’è rimasto ben poco, e se le influenze di bands quali i Tankard erano evidenti nella demo precedente, su questo Slave of Society trovano maggior spazio partiture più tecniche, riffing tagliente, assoli segno innegabile delle influenze portate dalle illustri personalità che hanno partecipato a vario titolo al lavoro.
Risultato? Non mi è piaciuto affatto…ma non per partito preso o per genere e ci mancherebbe anche visto l’amore del sottoscritto per gli album technical thrash in generale.
Slave of Society paga oltremodo una mancanza di idee evidente, con riff di chitarra troppo uguali tra loro e assoli scontati e interessati più alla forma che alla sostanza.
Sembra quasi che il chitarrista di Casale Monferrato abbia quasi forzato la mano su quello che in realtà è il suo stile, virtuoso sì ma non per questo celebrale.
Scontatezza unita a brani che non riescono a fare il salto di qualità, specie nella prima parte del lavoro, e la frittata è fatta.
Run Or You’re Dead brano d’apertura è l’esempio lampante di come la band cerchi di creare un ritornello ad effetto senza riuscire nell’intento così come XTC o Dirty Money sono insipide e si perdono in un piattume generale.
Decisamente più convincenti Euthanasia, Globalization e soprattutto quella Hate nell’album originale brano di chiusura.
Decisamente più incisive e di ben altra pasta le ultime quattro songs il cui sound generale si avvicina di più a bands quali Exodus e Testament periodo The Gathering.
Non sarà certo un caso, visto che dietro al microfono in questi quattro brani c’è Trevor dei Sadist le cui linee vocali donano miglior linfa ed aggressività al sound, certo è che anche da un punto di vista strumentale i pezzi in questione sono di gran lunga superiori ai precedenti.
Incentrato su vizi e marciume della società moderna, questo Slave of Society si presenta come una sorta di concept, i cui difetti già descritti lo rendono inferiore a quanto avevamo visto in passato.
Ferme restando alcune composizione degne di merito ci riserviamo tuttavia in futuro di dare un giudizio di merito più preciso sulla band piemontese, ma per adesso non va.

Track-list:

01. Run or You're Dead
02. XTC
03. Terrorism
04. Dirty Money
05. Euthanasia
06. (In)Sanity Homicide
07. Death Penalty
08. Earthquake
09. Globalization
10. Neurotic
11. Slave of Society
12. Kill your Son
13. Hate
14. Blood of Death (demo 2008)
15. Neurotic (demo 2008)
16. Enemy (demo 2008)
17. Cruelty (demo 2008)

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