BLACK COBRA - "Invernal"
(Full-lenght, Southern Lord, Ottobre 2011)
Voto: 6,5/10
Genere: Sludge/Doom
Line-up: Jason Landrian (chitarra, voce), Rafael Martinez (batteria)
Arrivano da Los Angeles questi Black Cobra interessantissimo duo dedito ad uno stoner/sludge estremamente atmosferico e minimale, salito alla cronaca da qualche anno per aver aperto i concerti dei più celebri High on Fire ma che con l’ottimo Chronomega dato alle stampe due anni orsono avevano già dimostrato di saper camminare con le proprie gambe.
Rispetto al fortunatissimo predecessore questo Invernal perde qualcosina a livello di qualità complessiva e soprattutto di idee, ma nonostante tutto l’album si difende decisamente bene senza discostarsi più di tanto dalla struttura dei brani, mai estremamente prolissi e ben costruiti con una discreta varietà riguardo alle ritmiche che si rinviene soprattutto nella prima parte del lavoro, a discapito della parte finale che invece perde un tantinello incaponendosi su massicci giri di basso che, per quanto affascinanti, solo in alcuni casi riescono realmente a convincere appieno.
L’album si apre con Avalanche (titolo che è tutto un programma) che ci presenta una band tirata a lucido seguendo ritmiche forsennate in una sorta di meticcio sludge-hardcorizzato fatto di giri di basso discordanti e di chitarre estremamente acide e "desertiche".
Discorso simile per la successiva Somnae Tenebrae che a differenza del nome si presenta meno lisergica di quanto si possa pensare, ma che soprattutto fa da apripista a quello che rappresenta senza ombra di dubbio il miglior capitolo di questo Invernal e parliamo della splendida Corrosion Fields introdotta da un basso ridondante e corposo che apre la strada allo svilupparsi di una song semplicemente perfetta nella struttura.
Dal brano appena descritto, la band americana cambia completamente registro, prediligendo come in passato ritmiche decisamente più massicce e striscianti.
Struttura che i Black Cobra tentano di ricalcare per le restanti tracce, andando così un tantinello a perdere quel senso di istintività che fa decadere, in parte, la qualità generale del lavoro.
Pezzi come Beyond o Abyss infatti soffrono l’eccessivo ricorso ad una sezione ritmica incapace di fare il salto di qualità, e senza spunti particolarmente interessanti è facile per l’ascoltatore perdere l’attenzione.
Un lavoro comunque più che degno che ci presenta una realtà interessante che di certo non ha paura di osare…disco ideale per gli amanti di certe sonorità "corrosive" ma che non digeriscono l’estermismo e la concettualità più avanzata di mostri sacri quali Sunn O)) e compagnia; Invernal infatti, pur non essendo un album per tutti gli orecchi non rappresenta infatti un ascolto eccessivamente difficile.
Track-list:
01. Avalanche
02. Somnae Tenebrae
03. Corrosion Fields
04. The Crimson Blade
05. Beyond
06. Erebus Dawn
07. Abyss
08. Obliteration
(Full-lenght, Southern Lord, Ottobre 2011)
Voto: 6,5/10
Genere: Sludge/Doom
Line-up: Jason Landrian (chitarra, voce), Rafael Martinez (batteria)
Arrivano da Los Angeles questi Black Cobra interessantissimo duo dedito ad uno stoner/sludge estremamente atmosferico e minimale, salito alla cronaca da qualche anno per aver aperto i concerti dei più celebri High on Fire ma che con l’ottimo Chronomega dato alle stampe due anni orsono avevano già dimostrato di saper camminare con le proprie gambe.
Rispetto al fortunatissimo predecessore questo Invernal perde qualcosina a livello di qualità complessiva e soprattutto di idee, ma nonostante tutto l’album si difende decisamente bene senza discostarsi più di tanto dalla struttura dei brani, mai estremamente prolissi e ben costruiti con una discreta varietà riguardo alle ritmiche che si rinviene soprattutto nella prima parte del lavoro, a discapito della parte finale che invece perde un tantinello incaponendosi su massicci giri di basso che, per quanto affascinanti, solo in alcuni casi riescono realmente a convincere appieno.
L’album si apre con Avalanche (titolo che è tutto un programma) che ci presenta una band tirata a lucido seguendo ritmiche forsennate in una sorta di meticcio sludge-hardcorizzato fatto di giri di basso discordanti e di chitarre estremamente acide e "desertiche".
Discorso simile per la successiva Somnae Tenebrae che a differenza del nome si presenta meno lisergica di quanto si possa pensare, ma che soprattutto fa da apripista a quello che rappresenta senza ombra di dubbio il miglior capitolo di questo Invernal e parliamo della splendida Corrosion Fields introdotta da un basso ridondante e corposo che apre la strada allo svilupparsi di una song semplicemente perfetta nella struttura.
Dal brano appena descritto, la band americana cambia completamente registro, prediligendo come in passato ritmiche decisamente più massicce e striscianti.
Struttura che i Black Cobra tentano di ricalcare per le restanti tracce, andando così un tantinello a perdere quel senso di istintività che fa decadere, in parte, la qualità generale del lavoro.
Pezzi come Beyond o Abyss infatti soffrono l’eccessivo ricorso ad una sezione ritmica incapace di fare il salto di qualità, e senza spunti particolarmente interessanti è facile per l’ascoltatore perdere l’attenzione.
Un lavoro comunque più che degno che ci presenta una realtà interessante che di certo non ha paura di osare…disco ideale per gli amanti di certe sonorità "corrosive" ma che non digeriscono l’estermismo e la concettualità più avanzata di mostri sacri quali Sunn O)) e compagnia; Invernal infatti, pur non essendo un album per tutti gli orecchi non rappresenta infatti un ascolto eccessivamente difficile.
Track-list:
01. Avalanche
02. Somnae Tenebrae
03. Corrosion Fields
04. The Crimson Blade
05. Beyond
06. Erebus Dawn
07. Abyss
08. Obliteration
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