AVA INFERI - "Onyx"
(Full-lenght, Season of Mist, Febbraio 2011)
Voto: 6,5/10
Genere: Gothic/Doom
Line-up: André Sobral (chitarra), Jaime S.Ferreira (basso), Joao Samora (batteria), Rune Eriksen (chitarra, effetti, voce), Carmen Susana Simoes (voce)
Giunge al quarto capitolo la discografia dei portoghesi Ava Inferi band ben più nota al pubblico per essere il nuovo progetto di Rune Eriksen alias Blasphemer (Mayhem) che, trasferitosi per motivi di lavoro in Portogallo, ha dato vita alla band che vanta dietro al microfono la vocalist Carmen Susana Simões che nel recente passato ha collaborato come corista per i Moonspell.
La musica del combo lusitano si basa su un concetto di gothic/doom piuttosto classico con forti inflessioni dark.
Pur non facendo certo gridare al miracolo questo Onyx ha comunque l’importante merito di non rappresentare la solita scontata uscita in ambito gothic con voce femminile, e malgrado qualche tentazione più mainstream (su tutte il singolo Majesty) alla fine risulta un lavoro piuttosto interessante, specie per una certa varietà vocale della brava Simões così come di un chitarrismo mai monocorde e ben distante dalle classiche componenti "power" alla Nightwish maniera.
L’album si compone così di otto tracce a volte più dirette, altre volte più articolate che compongo cinquanta minuti di musica ben suonata e discretamente godibile.
Si parte dalla title track che apre il lavoro con un riffing dal classico flavour My Dying Bride per poi svilupparsi tra vocalismi soprano della singer che immediatamente lasciano spazio ad un cantato decisamente più ordinario ma tecnicamente e stilisticamente perfetto.
Ed è già dall’opener che vengono fuori palesemente le inflessioni più "darkettone" della band che con ((Ghostlight)) e The Heathen Island raggiunge i propri picchi compositivi.
Il lavoro di Eriksen alla chitarra non soffre le influenze musicali passate dell’eclettico chitarrista norvegese, a beneficiarne è così l’intero lavoro che prosegue in maniera più che degna senza mostrare segni di cedimento.
Certo, probabilmente se ci si basa sulla già citata Majesty potrebbe venirne fuori un’immagine "scontata" della band visto il suo flavour più "ruffiano" rispetto al resto del lotto, ma basarsi sulla singola canzone sarebbe piuttosto riduttivo per un lavoro che tutto sommato, senza troppe pretese di sorta, rappresenta un bel capitolo all’interno di un genere di per sè troppo scontato ed eccessivamente inflazionato.
Ovviamente chi non è adepto a certe sonorità potrebbe trovare questo Onyx l’ennesima uscita di sorta, per tutti gli altri un lavoro discreto e sicuramente (questo sì) superiore rispetto ai predecessori.
Track-list:
01. Onyx
02. The Living End
03. A Portal
04. ((Ghostlights))
05. Majesty
06. The Heathen Island
07. By Candlelight & Mirrors
08. Venice (in Fog)
(Full-lenght, Season of Mist, Febbraio 2011)
Voto: 6,5/10
Genere: Gothic/Doom
Line-up: André Sobral (chitarra), Jaime S.Ferreira (basso), Joao Samora (batteria), Rune Eriksen (chitarra, effetti, voce), Carmen Susana Simoes (voce)
Giunge al quarto capitolo la discografia dei portoghesi Ava Inferi band ben più nota al pubblico per essere il nuovo progetto di Rune Eriksen alias Blasphemer (Mayhem) che, trasferitosi per motivi di lavoro in Portogallo, ha dato vita alla band che vanta dietro al microfono la vocalist Carmen Susana Simões che nel recente passato ha collaborato come corista per i Moonspell.
La musica del combo lusitano si basa su un concetto di gothic/doom piuttosto classico con forti inflessioni dark.
Pur non facendo certo gridare al miracolo questo Onyx ha comunque l’importante merito di non rappresentare la solita scontata uscita in ambito gothic con voce femminile, e malgrado qualche tentazione più mainstream (su tutte il singolo Majesty) alla fine risulta un lavoro piuttosto interessante, specie per una certa varietà vocale della brava Simões così come di un chitarrismo mai monocorde e ben distante dalle classiche componenti "power" alla Nightwish maniera.
L’album si compone così di otto tracce a volte più dirette, altre volte più articolate che compongo cinquanta minuti di musica ben suonata e discretamente godibile.
Si parte dalla title track che apre il lavoro con un riffing dal classico flavour My Dying Bride per poi svilupparsi tra vocalismi soprano della singer che immediatamente lasciano spazio ad un cantato decisamente più ordinario ma tecnicamente e stilisticamente perfetto.
Ed è già dall’opener che vengono fuori palesemente le inflessioni più "darkettone" della band che con ((Ghostlight)) e The Heathen Island raggiunge i propri picchi compositivi.
Il lavoro di Eriksen alla chitarra non soffre le influenze musicali passate dell’eclettico chitarrista norvegese, a beneficiarne è così l’intero lavoro che prosegue in maniera più che degna senza mostrare segni di cedimento.
Certo, probabilmente se ci si basa sulla già citata Majesty potrebbe venirne fuori un’immagine "scontata" della band visto il suo flavour più "ruffiano" rispetto al resto del lotto, ma basarsi sulla singola canzone sarebbe piuttosto riduttivo per un lavoro che tutto sommato, senza troppe pretese di sorta, rappresenta un bel capitolo all’interno di un genere di per sè troppo scontato ed eccessivamente inflazionato.
Ovviamente chi non è adepto a certe sonorità potrebbe trovare questo Onyx l’ennesima uscita di sorta, per tutti gli altri un lavoro discreto e sicuramente (questo sì) superiore rispetto ai predecessori.
Track-list:
01. Onyx
02. The Living End
03. A Portal
04. ((Ghostlights))
05. Majesty
06. The Heathen Island
07. By Candlelight & Mirrors
08. Venice (in Fog)

Commenti
Posta un commento