(2025)
Chi si sperava più? Dopo più di trent'anni dal precedente "Grin" gli svizzeri Coroner finalmente ce l'hanno fatta a regalarci un nuovo album! E lo dico subito, l'attesa per certi versi è stata ampiamente ripagata, ma per alcuni questo album potrà non essere un ritorno perfetto. Partiamo dal fatto che i Coroner del 2025 sono ancora una volta diversi da quelli del precedente album, e ogni album è stato diverso dal precedente nella loro storia, quindi figuriamoci se in trentadue anni di distanza questi "ragazzi" non sono cambiati...Il nuovo album è moderno, pesante, forse meno avanguardistico dei due dischi che lo precedono, e questo è l'aspetto che a mio avviso potrebbe dar fastidio ai fan della prima ora, o almeno a parte di costoro.
Detto questo, il disco ha un suono corposo, le chitarre sono un macigno che vi cade tra capo e collo e il nuovo innesto dietro le pelli (Diego Rapacchietti) è un vero mattatore, dotato di tecnica e potenza in grandi quantità. Le premesse per un disco violento partono proprio da queste basi. Tommy Vetterli ha preferito trasformare il suo tipico riffing in qualcosa di più "accessibile" a al passo coi tempi, abbandonando in parte le sperimentazioni degli anni Novanta e questo si fa sentire. Di contro ha imbastardito il suo riffing, e questo sembra fatto apposta per un drumming più che mai tellurico, come dimostra da subito la devastante "Consequence". Ma subito dopo la band si rende artefice di qualcosa di diverso, e infatti la successiva "Sacrificial Lamb" pesca un po' delle dissonanze del passato ma si arricchisce di groove e aperture melodiche quasi inedite per questa band. Forse qualcosa rimanda ai lavori fatti da Vetterli coi Kreator? Sì, probabilmente, anche a livello di atmosfere cupe e pessimiste, ma in questo pezzo ci sento anche un po' di "Renewal" se è per questo, ma lì Vetterli non c'era.
Ma questo ha poca importanza, il disco prosegue e pezzi come "Cirsium Bound" o "Symmetry" ci regalano spallate thrash come si deve, forse anche un po' troppo tipicamente thrash per far parte del repertorio di questa band? Può darsi, ma comunque fanno la loro bella figura e gli arrangiamenti non sono affatto banali. Arpeggi di chitarra sinistri, rallentamenti al limite col doom e ripartenze killer. In questo senso nelle parti più pesanti potremmo anche sentirci i Celtic Frost degli anni Duemila, quindi tutta roba mica male...
La seconda parte del disco, inaugurata con "The Law" ci catapulta in qualcosa di diverso, ci sono dei riff che quasi rasentano lo stoner metal e una atmosfera molto particolare diltatata che finalmente varia in toto su quanto già detto finora. E sembra proprio che la seconda parte del disco prosegua con la sperimentazione, come dimostra una "Transparent" ad esempio, che si rivela quasi attinente al progressive metal, con molte aperture melodiche ben sottolineate dalla chitarra sempre sugli scudi di Vetterli. Finale molto atmosferico e ancora più progressive, con una impennata di durezza che ci sta molto bene. Da citare ancora "Renewal" come pezzo decisamente buono, mentre per le restanti tracce siamo grossomodo sempre nei territori fin qui descritti, quindi dove sono presenti in uguali quantità accenni prog, riff meno compressi e thrash.
"Dissonance Theory" è un album valido e su questo non ci sono dubbi, ma credo che non verrà capito da tutti, perchè in definitiva non cerca di accontentare nessuno. Non strizza l'occhio al passato e non cerca di inserirsi in un calderone specifico di metal "mainstream". I Coroner questa volta sono forse diventati più accessibili, ma continuano la loro storia con un album che se ne frega di mode e trend. In questo sono rimasti coerenti, e non è poco.
Eleonora V.
Tracklist:
1. Oxymoron
2. Consequence
3. Sacrificial Lamb
4. Cirsium Bound
5. Symmetry
6. The Law
7. Transparent Eye
8. Trinity
9. Renewal
10. Prolonging
1. Oxymoron
2. Consequence
3. Sacrificial Lamb
4. Cirsium Bound
5. Symmetry
6. The Law
7. Transparent Eye
8. Trinity
9. Renewal
10. Prolonging
Line-up:
Ron Royce - Bass, Vocals
Tommy T. Baron - Guitars
Diego Rapacchietti - Drums
Links:
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