LILYUM - "Human Void"
(EP, Magma Pure Underground Distribution, Giugno 2012)
Voto: 7/10
Genere: Black Metal
Line-up: Kosmos Reversum (chitarra), Lord J.H.Psycho (basso, chitarra), XeS (voce)
E’ passato un solo anno dalla pubblicazione del precedente Nothing is Mine quarto full-lenght della band torinese che negli ultimi tre anni ha conosciuto una produttività discografica mai tanto prolifica, ed ecco uscire sugli scaffali il qui presente Human Void ep composto da cinque tracce che omaggiano gli ormai dieci anni di onorata carriera della creatura del chitarrista Kosmos Reversum che per l’occasione rinsalda la collaborazione con XeS vocalist della black metal band marchigiana Infernal Angels.
La line-up, completata da Frozen (batteria) e Lord J.H.Psycho (basso e chitarra) da alle stampe per l’occasione un lavoro di puro black metal grezzo e minimale, confermando la felice vena compositiva capace di rendere ogni uscita della band sempre estremamente varia e mai scontata pur non discostandosi da un concetto di black metal che altrimenti, senza le dovute evoluzioni ed influenze, non riuscirebbe a mantenere quell’alone di fascino cui ormai i nostri ci hanno abituato.
L’EP è composto come dicevamo da cinque tracce, un’intro tanto semplice quanto inquietante, e quattro brani che vanno a pescare a piene mani nel black più torbido e ossessivo rimanendo fedeli a quell’aura malsana che caratterizza il progetto accompagnata da un retrogusto melodico minimale e sempre incredibilmente affascinante.
Dimenticate pertanto le sonorità di Nothing is Mine almeno nell’appeal per certi versi "rockeggiante" nel riffing e nell’incedere e aggiungetevi pesanti influenze che toccano lidi più comuni al thrash/death dei primi 90’s. E questo tanto nella struttura dei brani quanto nelle vocals di XeS protagonista a tutti gli effetti di una prestazione superba capace di compiere un passo in avanti anche rispetto al predecessore.
Nei 18 minuti di durata complessiva i Lilyum sparano tutte le loro cartucce tirando fuori delle composizioni dove sono malvagità e puro senso di misantropia a farla da padroni.
Dopo l’intro si inizia a fare sul serio con The Flame of Hate brano sorretto da una doppia cassa continua e da un riffing minimale e tipicamente old-school che non lascia scampo alcuno. Ma attenzione, i Lilyum non sono la solita band che copia in carta carbone quanto fatto dalle "vecchie glorie", sanno essere tanto classicheggianti quanto incredibilmente vari nello strutturare un pezzo sferzato a metà traccia da sprazzi di melodia che sembrano quasi voler aprire un varco nel mezzo del buio pesto di atmosfere che richiamano una certa sensazione di caos esistenziale come ci hanno abituato già con le precedenti uscite.
Nemmeno il tempo di respirare che parte la successiva Towards the Pitch Black Sea caratterizzata da un incedere veloce ed ossessivo ed improvvisi rallentamenti "doomish" in cui i rantolii vocali di XeS sono quantomai azzeccati e aderiscono perfettamente al chitarrismo di un Kosmos Reversum quantomai ispirato e "cattivo".
Disgust invece è un brano maggiormente "putrido" e malato, con un’intro dal chiaro retrogusto "Venom-iano" ed una progressione successiva che riporta alle care atmosfere black primigenie…le aperture melodiche successive poi non fanno altro che alzare il tiro di un pezzo che continua nei successivi minuti a variare i ritmi per poi tornare ai temi iniziali.
A chiudere il lavoro c’è poi la title-track: un brano probabilmente maggiormente variegato nel chitarrismo, in cui a dettare i tempi c’è una batteria dal sound tanto minimale quanto chirurgico e preciso. Ci troviamo di fronte probabilmente al pezzo più "caotico" ed in cui le vocals, per quanto sempre in linea con le precedenti, passano più in secondo piano rispetto al resto della musica mettendo in risalto anche una sezione ritmica articolata e che fa la sua parte anche in quest’occasione col basso di J.H.Psycho sugli scudi ed un finale in crescendo che, dopo l’assolo dissonante di Kosmus Reversum posto a metà traccia sfocia in uno strumentismo estremo che ipnotizza.
La degna conclusione di un EP che non fa altro che confermare alla grande questa perla oscura e malvagia dell’underground italico, un lavoro che ci mostra per l’ennesima volta quanto il concetto di black metal più "classicheggiante" continua eccome in una scena in cui una miriade di nuove leve brufolose che continuano a scimmiottare le vecchie glorie di turno non bastano certo a far confinare nel dimenticatoio gioiellini come questi.
Ed il tutto a dispetto dei soli 18 minuti di durata di un lavoro che senza troppi fronzoli riesce a regalare grandi soddisfazioni agli appassionati del genere e non solo.
Insomma, tanti auguri ai Lilyum per il traguardo dei dieci anni di attività, in attesa di riascoltarli di nuovo sulla lunga distanza. E sicuramente il nuovo lavoro presenterà qualche nuova influenza che saprà ancora una volta stupirci. Scommettiamo?
Track-list:
01. Prelude - Visualize the Void
02. The Flame of Hate
03. Towards the Pitch Black Sea
04. Disgust
05. Human Void
(EP, Magma Pure Underground Distribution, Giugno 2012)
Voto: 7/10
Genere: Black Metal
Line-up: Kosmos Reversum (chitarra), Lord J.H.Psycho (basso, chitarra), XeS (voce)
E’ passato un solo anno dalla pubblicazione del precedente Nothing is Mine quarto full-lenght della band torinese che negli ultimi tre anni ha conosciuto una produttività discografica mai tanto prolifica, ed ecco uscire sugli scaffali il qui presente Human Void ep composto da cinque tracce che omaggiano gli ormai dieci anni di onorata carriera della creatura del chitarrista Kosmos Reversum che per l’occasione rinsalda la collaborazione con XeS vocalist della black metal band marchigiana Infernal Angels.
La line-up, completata da Frozen (batteria) e Lord J.H.Psycho (basso e chitarra) da alle stampe per l’occasione un lavoro di puro black metal grezzo e minimale, confermando la felice vena compositiva capace di rendere ogni uscita della band sempre estremamente varia e mai scontata pur non discostandosi da un concetto di black metal che altrimenti, senza le dovute evoluzioni ed influenze, non riuscirebbe a mantenere quell’alone di fascino cui ormai i nostri ci hanno abituato.
L’EP è composto come dicevamo da cinque tracce, un’intro tanto semplice quanto inquietante, e quattro brani che vanno a pescare a piene mani nel black più torbido e ossessivo rimanendo fedeli a quell’aura malsana che caratterizza il progetto accompagnata da un retrogusto melodico minimale e sempre incredibilmente affascinante.
Dimenticate pertanto le sonorità di Nothing is Mine almeno nell’appeal per certi versi "rockeggiante" nel riffing e nell’incedere e aggiungetevi pesanti influenze che toccano lidi più comuni al thrash/death dei primi 90’s. E questo tanto nella struttura dei brani quanto nelle vocals di XeS protagonista a tutti gli effetti di una prestazione superba capace di compiere un passo in avanti anche rispetto al predecessore.
Nei 18 minuti di durata complessiva i Lilyum sparano tutte le loro cartucce tirando fuori delle composizioni dove sono malvagità e puro senso di misantropia a farla da padroni.
Dopo l’intro si inizia a fare sul serio con The Flame of Hate brano sorretto da una doppia cassa continua e da un riffing minimale e tipicamente old-school che non lascia scampo alcuno. Ma attenzione, i Lilyum non sono la solita band che copia in carta carbone quanto fatto dalle "vecchie glorie", sanno essere tanto classicheggianti quanto incredibilmente vari nello strutturare un pezzo sferzato a metà traccia da sprazzi di melodia che sembrano quasi voler aprire un varco nel mezzo del buio pesto di atmosfere che richiamano una certa sensazione di caos esistenziale come ci hanno abituato già con le precedenti uscite.
Nemmeno il tempo di respirare che parte la successiva Towards the Pitch Black Sea caratterizzata da un incedere veloce ed ossessivo ed improvvisi rallentamenti "doomish" in cui i rantolii vocali di XeS sono quantomai azzeccati e aderiscono perfettamente al chitarrismo di un Kosmos Reversum quantomai ispirato e "cattivo".
Disgust invece è un brano maggiormente "putrido" e malato, con un’intro dal chiaro retrogusto "Venom-iano" ed una progressione successiva che riporta alle care atmosfere black primigenie…le aperture melodiche successive poi non fanno altro che alzare il tiro di un pezzo che continua nei successivi minuti a variare i ritmi per poi tornare ai temi iniziali.
A chiudere il lavoro c’è poi la title-track: un brano probabilmente maggiormente variegato nel chitarrismo, in cui a dettare i tempi c’è una batteria dal sound tanto minimale quanto chirurgico e preciso. Ci troviamo di fronte probabilmente al pezzo più "caotico" ed in cui le vocals, per quanto sempre in linea con le precedenti, passano più in secondo piano rispetto al resto della musica mettendo in risalto anche una sezione ritmica articolata e che fa la sua parte anche in quest’occasione col basso di J.H.Psycho sugli scudi ed un finale in crescendo che, dopo l’assolo dissonante di Kosmus Reversum posto a metà traccia sfocia in uno strumentismo estremo che ipnotizza.
La degna conclusione di un EP che non fa altro che confermare alla grande questa perla oscura e malvagia dell’underground italico, un lavoro che ci mostra per l’ennesima volta quanto il concetto di black metal più "classicheggiante" continua eccome in una scena in cui una miriade di nuove leve brufolose che continuano a scimmiottare le vecchie glorie di turno non bastano certo a far confinare nel dimenticatoio gioiellini come questi.
Ed il tutto a dispetto dei soli 18 minuti di durata di un lavoro che senza troppi fronzoli riesce a regalare grandi soddisfazioni agli appassionati del genere e non solo.
Insomma, tanti auguri ai Lilyum per il traguardo dei dieci anni di attività, in attesa di riascoltarli di nuovo sulla lunga distanza. E sicuramente il nuovo lavoro presenterà qualche nuova influenza che saprà ancora una volta stupirci. Scommettiamo?
Track-list:
01. Prelude - Visualize the Void
02. The Flame of Hate
03. Towards the Pitch Black Sea
04. Disgust
05. Human Void
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