Passa ai contenuti principali

PANDEMONIUM CARNIVAL "Pandemonium Carnival II" (Recensione)



Full-length, Ghost Record Label
(2024)

I Pandemonium Carnival hanno deciso di riportare in auge un genere musicale in stile anni '80/'90 che si rifà al classico Punk Rock "Horror" sulla scia dei Misfits, per citarne una . Non vanno troppo per il sottile e neanche si preoccupano di essere "copioni", perchè grazie al loro modo di proporre musica sciorinano una speciale formula diretta e sagace. 

Tutto questo è riconducibile al loro nuovo album chiamato semplicemente "Pandemonium Carnival II". Un punk rock robusto, creativo e snello che scivola via come l'olio, dove sono presenti passi fondamentali, che determinano quei gradi di originalità sufficienti a non farli accostare troppo a figure già note sulla scena. In questo ascolto è presente una certa “carnalità” di fondo che passa con fare solido e deciso sopra una tracklist ben studiata, sempre propensa nel conferire piacevoli scossoni. 

"Pandemonium Carnival II", è un disco caparbio, che non punta secondo noi al lato commerciale, ma piuttosto a quel lato oscuro che gli permette di osare e rischiare quel tanto che basta per ritagliarsi una piccola fetta nella scena ormai trafficata di band Punk Rock. 

L’album in appena 38 minuti scatena ritmo e pulsazioni non indifferenti, con una tracklist varia, che nonostante viaggi sullo stesso filone (Punk) potrà far distinguere ogni singola traccia. 
"Pandemonium Carnival II" è un disco che non può mancare nella collezione degli amanti del genere, specie se hanno voglia di fare un salto nel passato, quello fiorente e ricco di belle proposte.

Prodigal Son
Voto: 8/10

Tracklist:
1. Living Dead Returns
2. It Conquered The World
3. The Rope
4. Quatermass Xperiment
5. Lee Van Cleef
6. The Brain That Wouldn't Die
7. Manchurian Candidate
8. Grabbers
9. Frau Blucher
10. Four Finger of Blades
11. The Thing From Another World
12. Love After Death
13. Half Human, Almost Fly
14. Video Drome

Line-up:
Esky – Vocals 
Zico – Guitar 
Mr Grery – Bass 
Si J – Drums

Links:


Commenti

Post popolari in questo blog

DON GASTRO "De Wasted" (Recensione)

Full-length, Autoprodotto (2023) Arriva il debutto dei giovani stoner/doomsters pordenonesi Don Gastro, che presenta sei canzoni dalla durata considerevole. Si pensi solo che la traccia "Diabolis Cyprinodon" dura più di diciassette minuti...Detto questo, potrebbe sembrare che la band in questione sia tediosa e prolissa, ma al contrario dimostra di sapersi districare bene in tutte le cose che mette in atto. Il disco scorre, e anche bene! Un songwriting brillante, un cantato che si stacca dai canoni del genere, e una produzione molto buona sono le armi vincenti di questi ragazzi, che pur poggiandosi su un genere notoriamente votato all'oscurità, viene in questo caso condito da testi ricchi di nero umorismo (e realismo), una voce ad opera di Gabriele "Giotto" Sorentini che si fa declamatoria e sopra le righe, e altro ancora. 

ARTIFICIAL HEAVEN "Digital Dreams" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Alcune note biografiche per presentare questa band al suo esordio: " Band romana, formatasi a fine ottobre 2021 dalle ceneri di Witches Of Doom e altri progetti, Gli ARTIFICIAL HEAVEN hanno creato un mix diversificato di Gothic -rock dal sapore epico che mostra in pieno le influenze di grandi artisti degli anni Ottanta, tra cui The Cult, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim, Killing Joke e Iggy Pop. "Digital Dreams" è un concentrato di gothic rock e post-punk con vibrazioni arricchite dalla collaborazione di ospiti illustri tra cui Francesco Sosto e Riccardo Studer. Sebbene non sia un vero concept album, alcuni dei testi di "Digital Dreams" sono legati tra loro da un chiaro comune filo conduttore ovvero l'accelerazione della rivoluzione digitale e dei suoi effetti sulla vita di tutti noi. Registrato agli Outer Sound Studios con il produttore Giuseppe Orlando, è disponibile in un'edizione deluxe la cui co

NITRITONO "Cecità" (Recensione)

Full-length, My Kingdom Music (2024) Due album pubblicati e uno split coi Ruggine, i Nitritono con questo “Cecità” esplorano l'ambiziosa prova del concept album, che in questo caso si basa sull’omonimo romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, che racconta il tema dell’indifferenza nella società moderna. Il suono esce fuori è fragoroso e davvero imponente e le urla strozzate di Siro Giri, anche chitarrista, colpiscono duro l'ascoltatore sin dal primo brano in scaletta, l'ottimo "A Denti Stretti (pt. 1)" che presagisce poi un album torbido e inquieto, che chiama in causa sia i primordi del genere post metal di band come Neurosis, ma che si concentra sul presente a conti fatti, non andando a copiare nessuno in particolare. Gli arpeggi di chitarra, le dissonanze, le esplosioni di rabbia incontenibile riportano a scenari cupi dell'umanità, ben rappresentati dal concept scelto. Ci sono anche vaghi rimandi allo stoner particolare e sfaccettato di band come i